(dell’inviata Mauretta Capuano)
Le mille sfaccettature della
società in cui viviamo con le sue enormi ed evidenti
diseguaglianze. Andrew O’Hagan le racconta nel pungente e
tragicomico Caledonian Road (Bompiani), il nuovo romanzo dello
scrittore scozzese, atteso come una star a Mantova domenica 8
settembre, nel giorno di chiusura del Festivaletteratura 2024.
O’Hagan, che vive a Londra, aveva in mente da molto tempo il
personaggio principale del libro, lo storico e critico d’arte
Campbell Flynn di cui racconta l’ascesa e la caduta e intorno al
quale ruotano famiglie e personaggi diversissimi fra loro. Mondi
opposti come le due facce di Caledonian Road. “Ci dimentichiamo
che c’è un enorme pubblico che apprezza il romanzo sociale e
quindi ho deciso di non limitarmi a descrivere soltanto una
famiglia, ma molte famiglie diverse. Per questo libro ho fatto
10 anni di ricerche” dice all’ANSA O’Hagan, raffinato ed ironico
come lo stile del suo romanzo.
In questo affresco delle disuguaglianze, come si inserisce la
tecnologia? “Il male supremo è rappresentato dalle differenze
sociali. Come possiamo parlare di modernità e di civiltà quando
il divario tra i più ricchi e i più poveri è così grande. Non
stiamo avanzando, ma tornando indietro. Le società passate erano
costituite da persone che arrivavano da diverse parti del mondo.
Adesso sta avvenendo esattamente il contrario: molti dei nostri
governi stanno facendo il possibile per fare sì che i migranti
restino fuori dai confini dei loro paesi. Credo che tutto questo
sia disumano” spiega l’autore di Effimeri.
“La tecnologia ci avrebbe dovuto aiutare a sconfiggere le
disuguaglianze, invece ha creato un profondo senso di paura e di
terrore. Ha contribuito ad aumentare le divisioni religiose,
economiche, nazionalistiche. È come se stessimo tutti giocando
un gioco del terrore dove Internet viene usato da troppe persone
per diffondere odio e astio” sottolinea.
Nato a Glasgow nel 1968, “sono vecchio abbastanza – dice – da
ricordare che negli anni ’80, quando sono comparsi i primi
computer, c’era questo senso diffuso di entusiasmo perché si
pensava che saremmo stati tutti connessi. Invece oggi è come se
ci fossero degli enormi grand canyon tra noi. Lo scopo ultimo di
questo romanzo è far vedere il problema morale e comprendere
l’era che stiamo vivendo, in modo da poter cambiare le cose”.
Capisco, afferma lo scrittore, “che la gente provi questo senso
di nervosismo nei confronti dei migranti, ma la realtà è che
indipendentemente da dove gli scrittori arrivino, ogni autore è
in qualche modo un migrante immaginario”.
Flynn ha 50 anni, è all’apice del successo, ha una moglie,
due figli che si muovono nel mondo della moda, ma ha un
disperato bisogno di soldi. Decide così di scrivere un libro di
self-help che si intitola Perché gli uomini piangono in auto, ma
vuole pubblicarlo con il nome di un giovane e affascinante
attore con cui fa un patto che si rivelerà pericoloso.
“Un giorno mi trovavo in un ristorante di New York – racconta,
condividendo un breve e divertente aneddoto accaduto veramente –
e vicino a me c’era l’editrice di una collana di libri di
crescita personale. Mi sono avvicinato a lei e le ho detto:
‘potrei scrivere un libro come quelli che pubblichi tu’. Lei mi
ha chiesto: ‘che titolo avrebbe questo libro?’ Si chiama ‘Perché
gli uomini piangono in auto’. E quale sarebbe il sottotitolo?
‘La crisi identitaria del maschio nel XX secolo’. L’editrice mi
ha riposto: ‘Ti renderò ricco’. Adesso tutti vogliono
assolutamente che io scriva questo libro veramente” racconta
O’Hagan divertito.
Le avvincenti seicento pagine di Caledonian Road diventeranno
una serie tv. “Nella fase iniziale della stesura sono stato
contattato da una serie di registi e produttori come Netflix e
Hbo. Prima della pubblicazione del libro in Gran Bretagna ho
firmato un accordo con Johan Renck, il regista di Chernobyl e
anche con Will Smith, il produttore della serie Slow Horses. Il
mio ruolo sarà quello di produttore esecutivo e scriverò anche
alcuni episodi” racconta ed è irresistibile anche quest’altro
aneddoto sull’adattamento per la serie tv. “Qualche tempo fa a
un party a Londra ho trovato sul tavolo una copia di Caledonian
Road. Nelle prime pagine c’erano accanto all’elenco dei
protagonisti i nomi di quelli che potevano essere i potenziali
attori per interpretarli” dice.
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