“Noi non chiediamo il rinvio della scadenza del 2025, siamo pronti. Abbiamo bisogno della stabilità dei regolamenti perché dobbiamo pianificare in anticipo. Ci serve un ambiente stabile e durevole”. Lo ha detto Carlos Tavares nell’audizione alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato sulla produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia.LA DIRETTA STREAMING
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“Abbiamo fatto i compiti a casa, abbiamo lavorato molto duramente per fare in modo che le vetture e i componenti che usiamo siano in linea con i requisiti fissati”, ha detto Tavares. “Vi chiediamo stabilità della regolamentazione perché nel nostro settore i tempi sono lunghi, dobbiamo programmare con largo anticipo”.
“Abbiamo un piano preciso che ho condiviso con i nostri partner, abbiamo assegnato nuovi prodotti a tutti gli stabilimenti italiani fino al 2030, in alcuni casi al 2033. Ma non basta. Il problema sono i costi troppo alti in Italia, il 40% più alti di quelli che devono sostenere i nostri concorrenti”, ha detto Tavares.
“Ad esempio quello dell’energia è molti elevato, il doppio della Spagna. Non so perché. Questo è un grandissimo svantaggio perché non consente di difendere i margini. Produrre veicoli che non possono essere acquistati dalla classe media perché costano troppo è inutile” ha spiegato.
Schlein: “Tavares deludente, segnali di disimpegno” – “Ci aspettavamo molto di più da questa audizione. Crediamo che sia interesse dell’Italia salvaguardare la vocazione manufatturiera. Abbiamo bisogno di un’industria moderna. Siamo per questo molto preoccupati della situazione di Stellantis in Italia. Condividiamo le ragioni dello sciopero del 18 ottobre e chiediamo che Stellantis si confronti con i lavoratori. Qual è il piano industriale per ricerca, sviluppo e produzione in Italia? Chiediamo chiarezza, molto più di quella che abbiamo sentito qui. Perché invece noi abbiamo visto dei segnali di disimpegno, di disinvestimento”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nel corso dell’audizione. “Nella mozione delle opposizioni – ha aggiunto Schlein – abbiamo proposto all’automotive un patto per la transizione giusta: incentivi stabili, ma non senza un piano industriale che sia messo per iscritto. Al governo chiediamo interventi sull’energia e politiche industriali di accompagnamento. Chiediamo a Stellantis che assuma impegni concreti, che produca qui auto per il mercato di massa”. Schlein ha richiamato inoltre la necessità di “investimenti comuni europei sulla transizione”.
Conte, da Tavares nessuna prospettiva concreta per i lavoratori – “Noi non vogliamo una sintesi su numeri che conosciamo. Il suo intervento è insoddisfacente e deficitario dal punto di vista degli interessi dei cittadini italiani perché non ci ha detto nulla sul futuro dei nostri stabilimenti, niente su investimenti e ricerca, niente sulla gigafactory di Termoli, niente sulle prescrizioni su Comau. Oggi andiamo via senza avere una prospettiva concreta sul destino dei nostri lavoratori. Non ci ha fatto nemmeno capire le vostre strategie sulle delocalizzazioni. Non ci ha detto nulla sui costi che pesano sulla filiera dell’indotto e della componentistica, che avete sventrato”, ha detto il presidente M5s Giuseppe Conte nel corso dell’audizione. “Gli incentivi e le garanzie dallo Stato – ha aggiunto – li avete già chiesti. Avete portato a casa oltre 6 miliardi, ma dopo non avete mantenuto nemmeno uno dei vostri impegni. Lei oggi non può venire a chiedere incentivi fiscali. E cosa mette sul piatto? Cosa diciamo a questi lavoratori? Deve venire Elkann in Parlamento a rispondere allo Stato italiano sui comportamenti degli ultimi anni. Noi vogliamo un piano industriale dettagliato, non sottoscriverò neanche un euro se continuerete a scaricare sugli altri le vostre incompetenze”.
Calenda: neanche un euro a Stellantis senza un piano scritto – “Siamo qui a discutere di quello che avete detto e che non state facendo. Come è successo che i dipendenti sono diminuiti di oltre 11 mila unità? Come mai siamo arrivati al minimo storico di produzione? Come mai persino la gigafactory di Termoli non c’è più? Le parole dicono una cosa e i fatti dicono un’altra. Siamo contrari a dare un singolo euro finché non c’è un piano industriale per iscritto e con chiarezza. Le cose dette da lei e da Elkann si sono dimostrate tutte false”, ha detto il leader di Azione Carlo Calenda nel corso dell’audizione.
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