Il comitato per definire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) “è stato istituto con un decreto del presidente del Consiglio e cesserà alla data in cui prevede il decreto, ossia il 31 dicembre 2024”. Lo ha detto il presidente del Comitato, il professor Sabino Cassese, all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale sull’Autonomia differenziata
Per approfondire Agenzia ANSA Consulta: ‘Illegittime alcune disposizioni sull’Autonomia differenziata’ – Notizie – Ansa.it ‘Non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge’. I giudici: ‘Sia tutelato il principio di sussidiarietà. Incostituzionale la facoltatività del concorso alle spese dello Stato. I Lep non vanno determinati con un decreto’. Fi e Lega: ‘La riforma proseguirà in Parlamento’. Schlein: ‘Salvini e Meloni rileggano la Costituzione’ (ANSA)
Zaia: ‘l’autonomia è costituzionale, il referendum andrà male’
“Il fatto che l’autonomia sia costituzionale pone non pochi problemi rispetto a quello che dovrebbe essere il futuro referendum. Immagino che andrà a finir male anche questa partita”. Lo afferma il presidente del veneto Luca Zaia, commentando la sentenza della Consulta.
“Detto tutto questo – prosegue Zaia – si continua a lavorare sulle materie ‘non lepizzabili’, su quelle materie che non sono soggette ai Lep, e quindi possiamo lavorare tranquillamente perché non mi risulta che la Corte abbia detto che non si debba lavorare e continuare con le trattative”.
“La Corte costituzionale – puntualizza Zaia – ha detto a Toscana, Campania, Puglia e Sardegna che l’autonomia è costituzionale. Questo è già il primo risultato di questa sentenza. Dall’altro ha detto che i Lep, che peraltro son stati resi obbligatori da questo Governo, non debbono essere definiti solo con provvedimenti e azioni governative, ma debba essere coinvolto il Parlamento”.
“Alla luce di tutto questo – prosegue il presidente veneto – dico: uno, che siamo sulla buona strada perché l’autonomia non è stata per nulla cancellata. Due, che se si tratta di far modifiche immagino che il governo le farà, ma stiamo parlando di un parallelo all’autonomia. Tre, è fondamentale ricordare che il fatto che sia costituzionale l’autonomia pone non pochi problemi rispetto a quello che dovrebbe essere il futuro referendum”, conclude.
Attilio Fontana, lavoro sulle materie no Lep prosegue
“Il lavoro sulle materie no Lep prosegue”. Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana interpellato dall’ANSA dopo i rilievi della Corte costituzionale alla legge sull’autonomia, assicurando che i negoziati con il ministro Roberto Calderoli andranno avanti sulle materie per cui non è prevista la definizione dei Lep.
Emiliano: ‘Calderoli chieda scusa e prenda una pausa, la legge è stata completamente destrutturata dalla Corte’
“Il ministro Calderoli deve avere la cortesia di ammettere di avere fatto una legge completamente sbagliata dal punto di vista costituzionale, deve chiedere scusa e soprattutto non spetta a lui decidere se tornare in parlamento. Calderoli deve studiarsi la Costituzione ed evitare di ripartire in maniera frettolosa. Deve prendersi una pausa come la Corte gli ha consigliato e poi bisogna ricominciare a discutere”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante una conferenza stampa convocata stamattina a Bari, evidenziando che “il ko” sull’autonomia “è totale sui punti che sono stati cassati e anche su quelli che sono rimasti. Tutto ciò che è rimasto in piedi è stato interpretato contro la volontà del legislatore che lo aveva prodotto”.
“Ho sentito dire che la legge è salva, questa è una barzelletta – ha detto – La legge è stata completamente sconvolta. La Corte Costituzionale ha destrutturato la legge Calderoli, che allo stato dei fatti non è più applicabile. Gli interventi che la Corte ha fatto bloccano tutte le procedure avviate dalle Regioni per le singole intese, non possono andare avanti. Il processo è fermo e non potrà che restare fermo. Questa è una battaglia vinta dalla Puglia”.
“La Corte costituzionale ha cancellato plurime disposizioni della legge Calderoli”, ha evidenziato Emiliano: “Prima fra tutte, la possibilità che possano essere trasferite materie o blocchi di materie”.
“La Corte – ha aggiunto – saggiamente ritiene che la devoluzione dell’autonomia debba riguardare solamente specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola Regione, alla luce del principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni. I Giudici affermano infatti che la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, non debba corrispondere all’esigenza di un riparto di potere tra i diversi segmenti del sistema politico, ma debba avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Insomma, l’autonomia differenziata deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini”.
Dovrà “spettare al Parlamento, nell’esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dalla pronuncia della Corte, nel rispetto dei principi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge, fermo restando che la Corte resta competente a vagliare la costituzionalità delle singole leggi di differenziazione, qualora venissero censurate con ricorso in via principale da altre regioni o in via incidentale”, ha ricordato il presidente della Regione Puglia. “Sono fiero di affermare – ha aggiunto – che la Puglia e le altre Regioni ricorrenti, grazie alla pronuncia della Consulta, hanno impedito a questo Governo di distruggere la logica cooperativa del nostro regionalismo; di distruggere il meccanismo della competenza concorrente e la capacità di governo unitario del Paese da parte dello Stato, oltre che la solidarietà tra le Regioni”.
Per Emiliano “il referendum abrogativo dell’autonomia” non si ferma: “E’ tutto un altro processo, in linea teorica agli italiani potrebbe non piacere anche quello che rimane della legge Calderoli cosi come interpretato dalla Corte Costituzionale. Penso che il comitato organizzativo del referendum avrà diritto a chiedere agli italiani se cosi come ridimensionata la legge Calderoli la gradiscono oppure no”.
Bassanini: ‘Ci dimettemmo per le stesse ragioni evidenziate dalla Corte’
“Le ragioni che furono dettagliate nella nostra lettera di dimissioni dal Comitato Cassese sono coincidenti con i motivi che sembrano aver portato la Consulta a definire illegittime sostanzialmente tutte le disposizioni chiave della legge Calderoli”. A dirlo è l’ex ministro Franco Bassanini che a luglio si dimise dal comitato per i Lep assieme a Giuliano Amato, Franco Gallo e Alessandro Pajno.
“La nostra lettera arrivò dopo diversi confronti con Calderoli – racconta -. Se il ministro ci avesse dato retta avrebbe evitato questa situazione imbarazzante perché la legge ora va rifatta da cima a fondo”.
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