Il nucleare di ultima generazione può abilitare al 2050 un mercato potenziale fino a 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile pari a 14,8 miliardi di euro. È quanto emerge da uno studio realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group e illustrato nell’ambito della cinquantesima edizione del Forum ‘Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive’ di Teha a Cernobbio. Considerando anche i benefici indiretti e indotti derivanti dallo sviluppo del nuovo nucleare in Italia, investire nel nuovo nucleare può abilitare dal 2030-35 al 2050 un potenziale impatto economico complessivo per il sistema-Paese di 50,3 miliardi di euro (pari a circa il 2,5% del Pil italiano del 2023) e generare 117.000 nuovi posti di lavoro. Lo sviluppo tecnologico del nuovo nucleare si inserisce in un contesto energetico in cui l’energia nucleare continua ad avere un ruolo cruciale e vive oggi una fase di espansione a livello mondiale, con 61 progetti di nuovi reattori in fase di costruzione. Il nuovo nucleare non è soltanto una “risorsa preziosa per raggiungere gli obbiettivi di transizione energetica al 2050, ma costituisce una vera e propria occasione di rilancio industriale per il Paese, contribuendo a massimizzare la competitività di tutto il sistema”, afferma Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. Per l’Italia si riapre una nuova “riflessione sul ruolo benefico che le nuove tecnologie nucleari disponibili o in via di sviluppo possono giocare nel mix energetico italiano, integrando le energie rinnovabili”, evidenzia Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare.
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