All’indomani della protesta di
massa che ha visto mobilitate 130.000 persone a Valencia per
denunciare la cattiva gestione della Dana che ha provocato la
peggiore catastrofe finora registrata in Spagna, la
vicepresidente del governo regionale di Valencia, Susana
Camarero, ha escluso le dimissioni del governatore Carlos Mazon,
del Partito Popolare, e dell’intero esecutivo, come richiesto
dai manifestanti.
“In questo momento le dimissioni non sono una scelta
possibile. Davanti al danno provocato” dalla Dana “non possiamo
abbandonare le vittime”, ha detto lCamarero, ribadendo che
l’esecutivo regionale “è impegnato nella “ripresa” e nel dare
risposte alle persone e ai comuni colpiti, data “la dimensione
della catastrofe”. “Non possiamo pensare ad altro che a lavorare
senza sosta, non possiamo perdere neanche un minuto se non
andando avanti per restituire la vita a queste persone”, ha
insistito Camarero. E ha criticato che “si sia politicizzato” il
dolore delle vittime della catastrofe sabato sera da parte di
“gruppi violenti”, protagonisti di incidenti al termine di una
“legittima e pacifica manifestazione” in cui si chiedevano le
dimissioni di Mazòn e dell’intero esecutivo regionale. Camarero
ha, inoltre, definito “insufficienti” i 10,6 miliardi di euro
stanziati dal governo centrale per le popolazioni colpite dal
disastro. “E’ necessario che ci dia risposte e non il denaro col
contagocce”, ha affermato.
Da parte sua, il governatore Carlos Mazòn, in dichiarazioni
ai media prima della riunione al Centro operativo di
coordinamento della crisi (Cecopi) ha affermato che “rispetta il
dolore e la protesta” dei manifestanti. Ma ha evitato di
pronunciarsi sulle sue eventuali dimissioni. E ha assicurato che
darà spiegazioni nell’audizione prevista per giovedì al
Parlamento valenziano. “Giovedì ci sarà una comparizione con
spiegazioni di carattere politico, della narrativa di tutti gli
eventi, con ogni genere di dettagli”, ha detto Mazòn.
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