La situazione di Benetton resta molto complicata, ma, secondo il nuovo ad Claudio Sforza, il piano di ristrutturazione del gruppo comincia a dare i frutti sperati. I dati della crisi di Benetton Group, tuttavia, parlano chiaro: l’azienda in 10 anni ha perso 1,6 miliardi di euro, con Edizione che ha iniettato 800 milioni di risorse negli ultimi cinque anni. In mezzo un piano di razionalizzazione, la chiusura di punti vendita, le uscite anticipate forzate e i licenziamenti dei lavoratori e un mercato del tessile e dell’abbigliamento che nel periodo 2023-24 ha subito una contrazione del 10,8%.
La crisi di Benetton e del settore
“Stiamo mettendo in sicurezza l’azienda ma la situazione è ancora difficile. Serve la collaborazione di tutti”, ha detto l’ad di Benetton Claudio Sforza nel suo punto operativo con i sindacati locali del tessile.
L’alto dirigente, pur non negando il periodo difficile attraversato dal gruppo, ha delineato i prossimi step del piano di ristrutturazione evidenziando anche il contesto assai difficile in cui si muovono tutte le aziende del settore. Riferendosi ai dati resi pubblici dall’Istat sulla produzione industriale del settore tessile e dell’abbigliamento nel periodo 2023-24, il gruppo Benetton ha fatto sapere che la contrazione è stata “pari al -10,8% su base annua” per l’Italia, con le ripercussioni evidenti su tutte le aziende del settore.
Serve, dunque, ponderare al meglio ogni scelta, con l’ad Sforza che ha sottolineato come “il piano di razionalizzazione” impostato dal gruppo “è stato fondamentale perché consentirà di dimezzare le perdite a fine anno” a circa a 110 milioni. L’obiettivo dichiarato è riuscire ad arrivare al pareggio entro il 2025, con circa 50 milioni di rosso.
Il piano di ristrutturazione
Il piano di ristrutturazione di Benetton è partito dai dati, problematici va detto, del gruppo. Nel corso degli ultimi 10 anni sono stati persi 1,6 miliardi, con Edizione che ha iniettato, solo negli ultimi cinque anni, 800 milioni di euro. Si era arrivati così alla crisi, per uscire dalla quale il percorso dell’ad è strutturato in tre tappe fondamentali:
dimezzamento a sei mesi per la produzione delle collezioni;
sfoltimento degli assortimenti;
concentrare in un’unica nuova unità design, marketing e comunicazione.
Se, come sperano in Benetton Group, il piano porterà ai risultati sperati, la società potrà tornare a generare entrate di cassa già, forse, da quest’anno.
900 lavoratori a rischio
Ci sono i piani aziendali e ci sono i lavoratori che, inevitabilmente, vivono in questi mesi periodi di grande apprensione per il futuro incerto. Alla fine di febbraio 2025 terminerà il periodo di solidarietà per 900 dipendenti, più o meno l’80% del totale, con l’azienda che ha anche già attivato un piano di uscite anticipate.
Ci sono poi i negozi Benetton sparsi in tutta Italia, con il gruppo che ha avviato una “pulizia” nella rete rivolta soprattutto agli store gestiti da terzi (si cerca il rientro dei crediti scaduti per un totale di 38 milioni) e iniziato a mappare i punti vendita all’estero per comprendere quali siano, realmente, i mercati più profittevoli.
In ultimo andrà capito come comportarsi con il marchio Sisley, attualmente integrato, ma non è da escludere che in presenza di un’occasione valida il gruppo possa optare per la sua cessione a terzi.