Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaL’Antitrust accende un faro su Nvidia e altri chipmaker per capire se stanno abusando della propria posizione di forza allo scopo di limitare la possibilità dei clienti di ricorrere ad altri fornitori. Il Dipartimento di Giustizia, che aveva già precedentemente sottoposto a Nvidia dei questionari, ha ora inoltrato la richiesta legalmente vincolante (subpoena) di fornire una serie di informazioni, riferisce Bloomberg. “Nvidia vince per merito, come riflesso nei nostri risultati e nel valore per i clienti, che possono scegliere qualsiasi soluzione sia per loro migliore”, ha commentato all’agenzia americana il colosso dell’IA.Il mese scorso il Dipartimento di Giustizia aveva avviato un’indagine sull’azienda dopo le denunce dei concorrenti che sostenevano che l’azienda avesse abusato della sua posizione dominante sul mercato.Loading…Il business e la BorsaIl nuovo sviluppo arriva in un momento delicato per le aziende che si occupano di intelligenza artificiale: la scorsa settimana l’azienda ha dichiarato di aver ricevuto richieste di informazioni dalle autorità di regolamentazione negli Stati Uniti e in Corea del Sud, in merito ai suoi investimenti, alle partnership e agli accordi con altre aziende. Ha inoltre ricevuto richieste di informazioni dall’UE, dal Regno Unito e dalla Cina.Le previsioni trimestrali di Nvidia, che la scorsa settimana sono state inferiori alle aspettative degli investitori, hanno anche attenuato l’ottimismo nei confronti del business dell’intelligenza artificiale. E ieri il titolo è crollato a Wall Street, cedendo oltre il 9%, in una giornata caratterizzata da forti vendite sul Nasdaq, facendo cadere la capitalizzazione di mercato di Nvidia di 279 miliardi di dollari, una perdita record in un solo giorno per qualsiasi società. Le azioni, tuttavia, sono ancora in crescita del 141% quest’anno, grazie a un rally vertiginoso innescato dalle aspettative sull’intelligenza artificiale.Il crollo del patrimonio del fondatoreIl tracollo in Borsa di Nvidia ha avuto un impatto diretto sulle finanze del suo ceo e fondatore. Il patrimonio netto di Jensen Huang è crollato infatti di circa 10 miliardi di dollari, scendendo a 94,9 miliardi, il più grande calo in un solo giorno da quando il Bloomberg Billionaires Index ha iniziato a monitorare la sua ricchezza nel 2016. Questo crollo segue una diminuzione del 9,5% nelle azioni del produttore di chip di cui è co-fondatore.
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