È legge il decreto sulle materie prime critiche di interesse strategico già approvato dalla Camera lo scorso 30 luglio.
L’Aula del Senato ha dato il via libera definitivo al decreto legge con votazione per alzata di mano.
“Le materie prime critiche sono indispensabili per molti settori strategici della nostra filiera industriale, eppure in questo settore l’Italia e l’Unione europea dipendono in modo quasi esclusivo dalle importazioni.L’Ue ha già adottato un regolamento per accedere a un approvvigionamento sicuro di materie prime e rafforzare la propria capacità di estrazione, trasformazione o riciclaggio. Con questo decreto adeguiamo la normativa nazionale a quella europea e poniamo le basi per un approccio più consapevole delle nostre risorse” ha dichiarato in Aula il senatore e vice capogruppo vicario di Forza Italia a Palazzo Madama, Adriano Paroli.
“L’Italia – ha aggiunto – può estrarre dal sottosuolo minerali come litio, cobalto, barite, berillio, nichel, tungsteno, rame, zinco. Serve un coordinamento nazionale, attraverso un’apposita normativa che metta in ordine le differenti normative regionali. L’obiettivo finale è quello di ridurre la dipendenza dall’estero, soprattutto dalla Cina, con la quale abbiamo rinnovato patti di amicizia, ma non di dipendenza”.
Più critiche, invece, le voci dell’opposizione.
“Il governo Meloni ha messo in campo l’ennesimo decreto legge che contiene paradossi” ha affermato il senatore M5S Luigi Nave, intervenuto in dichiarazione di voto.
“L’irragionevolezza normativa del provvedimento – ha continuato – riguarda aspetti di metodo e merito. Invece di investire nell’economia circolare la maggioranza va nella direzione opposta. Non si capisce inoltre la linea dell’esecutivo che da una parte promuove leggi accentratrici, come in questo decreto, dall’altro vuole aumentare l’autonomia dei territori. È chiaro che l’obiettivo è accentrare le competenze del ministero dell’Ambiente, creando l’ennesimo reparto di potere interno alla maggioranza”.
“In Europa – ha agginto – è stato emanato un regolamento per fornire una strategia chiara dove viene data principale importanza al recupero e alle materie prime seconde, solo in ultimo l’estrazione delle materie prime. Non seguendo questa strada la maggioranza dimostra di avere una visione limitata.
“Siamo in controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto del mondo dove i Paesi più virtuosi, a differenza dell’Italia, stanno aiutando le imprese investendo nell’economia circolare, nella transizione ecologica, e nella nuova occupazione. I rischi di questo decreto riguardano anche l’ambiente e i danni li pagheranno i cittadini. Altro problema, che rivela ancora una volta l’inadeguatezza del centrodestra, è non avere calcolato i problemi relativi alle risorse idriche. In Italia ci sono evidenti problemi di siccità ma il governo punta su estrazioni per le quali serviranno milioni di litri al giorno. Ancora una volta non vengono fornite soluzioni ma solo problemi” ha infine concluso Nave.
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