(di Lucia Magi)
Los Angeles celebra Renzo
Piano. Una mostra allestita fino al 30 ottobre all’Istituto
Italiano di Cultura rende omaggio a 50 anni di progetti
dell’architetto premio Pritzker nel 1998 e del suo rinomato
studio, il Renzo Piano Building Workshop (Rpbw), con sede a
Genova e Parigi.
Ideata con una struttura leggera e modulare, l’esposizione è
una sorta di libro aperto, in cui ogni pannello è dedicato a un
edificio firmato dalla squadra di architetti guidata
dall’Archistar, dal Centre Pompidou di Parigi all’Auditorium
Parco della Musica di Roma. ‘Fil Rouge’ si concentra però sugli
interventi negli Stati Uniti. A Los Angeles, il capitolo più
sentito è quello dell’Academy Museum of Motion Pictures,
inaugurato nel 2021.
“Nel 2012, l’allora Ceo dell’Academy ci contattò per sapere
se fossimo interessati a costruire il loro museo. Fu un incarico
diretto. Ci mettemmo subito a lavorare, c’era un grande
entusiasmo per questa sfida di dare una casa ad un’arte che si
sviluppa tra la tecnica e l’arte, un po’ come l’architettura”,
ricorda all’ANSA l’architetto Luigi Priano, in città per
tagliare il nastro della mostra.
“La sfida più grande era quella di dare flessibilità agli
spazi. Dovevamo rappresentare tutto il mondo del cinema in un
edificio che fosse in grado di raccontarne il grande percorso
storico, la produzione contemporanea, rimanendo pronto ad
adattarsi alle tecnologie del futuro”, aggiunge Priano, che con
i suoi 41 anni è il partner più giovane dello studio, in cui è
entrato nel 2011. Situata lungo il famoso Miracle Mile della
metropoli californiana, in dialogo con altri musei che sorgono
attorno, la struttura immaginata dal Rpbw conserva e dà nuova
vita agli ex grandi magazzini May Company del 1939, con
l’aggiunta di un edificio sovrastato da una sfera di vetro, che
ospita un cinema da 1.000 posti e una delle più belle terrazze
panoramiche sulla città. “C’è una sorta di tensione tra questi
due elementi che si accostano, ma non si toccano. Il May Company
contiene la storia, la collezione e le gallerie museali. Come
uno scrigno, custodisce ciò che è stato. La Sfera ospita le
première dei nuovi film e, come un’astronave che quasi fluttua
sul terreno, rappresenta l’esperienza di partire per esplorare
un mondo nuovo”, continua l’architetto.
Dal giorno della sua inaugurazione, l’Academy Museum è
diventato uno dei punti nevralgici della vita culturale della
città, aperto e frequentato da un pubblico trasversale e
numeroso, come sottolinea il direttore dell’Istituto Italiano di
Cultura, Emanuele Amendola: “L’architettura svolge un ruolo
cruciale nel ‘fare comunità’; non si tratta solo di creare spazi
fisici, ma di pensare ambienti in cui le persone possano entrare
in contatto e trovare un senso di appartenenza. Questo principio
è il cuore di ciò che facciamo al nostro Istituto, ed è un
mandato che condividiamo con il Renzo Piano Building Workshop”.
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