(di Elisabetta Stefanelli)
La regista Laura Ruocco non ama
che sia definito un musical, ma lo spettacolo teatral-musicale
andato in scena in prima assoluta a Ravenna nell’ambito del
Ravenna festival dedicato alla storia di Samia Yusuf Omar, è un
musical con la M maiuscola. Dopo la prima dell’8 luglio 2024 al
Teatro Alighieri di Ravenna, la trasposizione teatrale del
romanzo di Giuseppe Catozzella Non dirmi che hai paura trasforma
la tragedia della campionessa olimpionica scomparsa tra le onde
del Mediterraneo, in una rocambolesca avventura di suoni e di
luci altamente evocativi. Se l’esordio è stato all’interno della
prestigiosa cornice delle Vie dell’amicizia promossa dal Ravenna
Festival che è anche il produttore dello spettacolo, questo Non
dirmi che hai paura merita senza dubbio la ribalta dei grandi
teatri. Tra bellissimi effetti speciali, parti in prosa, e
l’abilità acrobatica degli interpreti lo spettacolo firmato con
abile regia da Laura Ruocco, è una narrazione che abbraccia
tutte le sfumature cromatiche della storia vera di Samia Yusuf
Omar, l’atleta somala che con grande talento, sogni e
determinazione, arrivò a gareggiare nei 200 mt femminili alle
Olimpiadi di Pechino del 2008.
Al ritorno da Pechino, con in testa l’obbiettivo delle
Olimpiadi di Londra, Samia abbandona la Somalia, oramai in pieno
regime integralista e intraprende il calvario del viaggio dei
migranti, unica soluzione per poter gareggiare e arrivare in
Inghilterra.
Lo spettacolo, nato da un’idea di Giorgia Massaro (Samia) e
scritto anche dallo stesso Catozzella, alterna in un’ora e 45min
senza intervallo, momenti di narrazione veri e propri a
situazioni di grande evocazione e suggestione emotiva.
Determinante la parte musicale, con cinque brani di classici di
Peter Gabriel, alternati alle musiche elettroniche originali
firmate dal giovane talento, compositore e contrabbassista
dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, Alessandro Baldessari,
che ha curato anche gli arrangiamenti. Protagonista una
straordinaria Giorgia Massaro nei panni di Samia, che alterna la
recitazione alla danza, e accanto a lei anche nomi molto noti
come quello di Jonis Bascir (il toccante padre Aabe), di Helen
Tesfazghi (la ribelle sorella Hodan). E poi ancora alcuni
protagonisti della scena del teatro musicale come Brian Boccuni
(Ahmed) , Maria Chiara Di Giacomo (la madre) e Elisa Lombardi
(Fawday), personaggio creato apposta per la trasposizione
teatrale, una sorta di coro greco e coscienza. Reduce dalla
serie Zero di Netflix, Madior Fall, invece, debutta qui
felicemente in teatro nel ruolo coprotagonista di Alì, l’amico
fraterno, compagno della passione della corsa da bambino, che si
improvvisa allenatore fino a quando la situazione precipita e la
guerra lo inghiotte. Poi ancora Eleonora Di Luca ed Edoardo
Grimaldi e Maya Cito,
giovanissimi talenti nei panni di Samia, Alì e Hodan bambini. Le
scenografie sono di Matteo Benvenuti, le luci di Emanuele
Agliati.
Lo spettacolo si avvale giustamente anche di due grandi
patrocini, quello di Unhcr e di Coni e coinvolge Hadi
Tiranvipour e Mahdia Sharifi, due atleti di taekwondo che
appartengono al programma olimpico per i rifugiati perchè non
c’è modo migliore per far arrivare al grande pubblico,
attraverso uno spettacolo di grande efficacia scenica, una
storia così importante capace di toccare le coscienze di quella
parte del mondo che cerca di rimuovere il dramma che si consuma
nelle nostre acque.
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