La Procura di Milano insiste e
chiede di ribaltare la sentenza con cui il Tribunale ha assolto
dall’accusa di turbativa d’asta Massimo Galli, l’infettivologo
che fu in prima linea durante la pandemia di Covid ed ex
primario dell’ospedale Sacco, finito imputato perchè avrebbe
favorito in un concorso il suo allievo Fabio Riva. Per i
giudici, in base alla giurisprudenza della Cassazione, non è
configurabile nè il reato di turbata liberà degli incanti nè
l’abuso d’ufficio prima della riforma che l’ha abrogato.
In particolare i pm Carlo Scalas e Bianca Baj Macario,
ritengono, a differenza della pronuncia della Cassazione, che
nel caso specifico vada contestata la turbativa d’asta “in
quanto la recente disciplina in materia di selezione del
personale delle società a controllo pubblico si ispira ai
medesimi principi di matrice comunitaria che informano il codice
dei contratti pubblici”. E’ questo uno dei motivi per cui hanno
chiesto alla Corte d’Appello di accogliere le conclusioni da
loro formulate al termine della requisitoria con cui avevano
proposto una condanna a 1 anno e 10 mesi per Galli e a 6 mesi
per Riva, ritenendoli responsabili entrambi anche del reato di
falsità in atto pubblico.
Il Tribunale, lo scorso luglio, ha invece deciso di
condannare Galli a un anno e 4 mesi solo per falso e di
assolverlo dalla turbativa d’asta. Tutte e due le accuse sono
state ‘cancellate’ per Riva. Ora si attende la fissazione del
processo in appello.
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