“Al di là dell’umiliante fallimento
che tutti noi abbiamo visto della prima prova generale e di come
l’intera vicenda si evolverà, possiamo comunque dire che anche
l’Italia oggi ha la sua Guantanamo in Albania, dove con un taxi
del mare fornito dalla Marina Militare con viaggi di sola andata
al modico costo di 250mila a carico dei contribuenti italiani,
noi deportiamo richiedenti asilo maschi apparentemente
maggiorenni e non vulnerabili. Solo a deportazione conclusa si è
scoperto che 4 dei 16 erano minorenni” e sono stati riportati
indietro prima degli altri. Lo ha detto il presidente del Centro
Studi e Ricerche Idos Luca Di Sciullo alla presentazione del
Dossier Statistico Immigrazione 2024.
“E cosi’ in Albania, ancora una volta lontani da possibili
testimoni delle nostre violenze legalizzate, – ha proseguito –
nel chiuso inavvicinabile di strutture che somigliano in tutto e
per tutto ad un carcere – sono recintate con le sbarre, divise
in celle e sono sorvegliate da militari però non si sa perchè è
vietato chiamarle così – applichiamo a migranti forzatamente
separati dalle famiglie quel protocollo accelerato che abbiamo
ideato apposta per dinieghi ed espulsioni: abbiamo realizzato un
miracolo giuridico. Bisogna ammettere che questa invenzione
giuridica tutta italiana del disbrigo extraterritoriale delle
domande di asilo è perversa ma ha qualcosa anche di geniale,
addirittura anticipa l’arrivo dei migranti andandoli a pescare
letteralmente fuori dalle rotte italiane, offre loro un
trasporto assolutamente spesato in un Paese terzo ed istruisce
una valutazione lampo orientata al suo esito orientata al suo
esito, cioè il diniego per una gamma generosamente vasta di
Paesi d’origine accertati perfino sommariamente e anche per
decreto abbiamo continuato ad inserire a manica extralarga tra
quelli sicuri. Quindi non stupisce che questa invenzione – ha
sottolineato – sia assurta a modello d’ispirazione delle
politiche comunitarie”.
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