«Da sempre uomini e valori che hanno partecipato alla Resistenza, liberali, azionisti, cattolici, ispirano le nostre azioni e i nostri pensieri. Ma adesso, nel 2023, è fondamentale ricomporre un’antica frattura che attraversa il nostro Paese. È arrivato il momento di abolire la Festa della Liberazione e dare spazio alla “Festa della Costituzione italiana” da celebrare il 22 dicembre di ogni anno. La liberazione dal giogo nazifascista è stato un passaggio fondamentale della nostra Storia, ma uno Stato forte deve sapere rimarginare le ferite e le fratture sociali. Un passo necessario per essere ancora più forte all’interno della comunità internazionale».
Lo afferma Alexandro Maria Tirelli, presidente di «Libertà, Giustizia, Repubblica»
«In questo momento storico superare il 25 Aprile servirebbe a suggellare una vera e definitiva pacificazione nazionale. Nell’immediato Dopoguerra questa festività ha rappresentato la celebrazione dei vincitori sui vinti in un contesto di guerra civile non dichiarata. Oggi non ha senso, così come non ha più senso l’esistenza di associazioni di combattenti o partigiani. Come sono anacronistici e ridicoli i partiti postfascisti. Celebriamo l’unità con una giornata dedicata alla nostra Carta fondamentale. Una posizione espressa da chi come noi è figlio della Resistenza liberale e azionista», conclude.